MASSO RUPESTRE NELLA TUSCIA
Cosa dire di questo Monumento Rupestre?
Probabilmente non abbiamo molto da interpretare ma sicuramente possiamo dire che il Suolo su cui poggia è un "Suolo di Interesse Archeologico" e proprio attraverso elementi come questo, si vuole divulgare un'ottica prospettica in grado di proporre una "Tuscia Lenta" lungo i Tracciati Archeologici meno frequentati.
La definizine di Monumento Rupestre inoltre, spostando l'obiettivo su un concetto più insolito, è utilizzata dunque per porre enfasi sul contesto storico paesaggistico piuttosto che su caratteristiche intrinseche della roccia, allenando a quella consapevolezza tematica sempre auspicabile per la migliore padronanza argomentativa.
La prima volta che ho visto questo Masso Rupestre ho avuto come l'impressione che le sue pareti verticali avessero subìto un lavorio artificiale là dove sembrerebbero in effetti piuttosto livellate.
Ancora mi interrogo su questo effetto quasi stile "Tagliata" e mentre questi dubbi non mi hanno ancora lasciata del tutto ho inserito la pubblicazione nel menù "Costruzioni Naturali" con l'intento di sottolineare la capacità che quest'ultimo possiede nell'attrarre verso di sé chi come me dal basso vi guarda.
A creare il nostro spontaneo avvicinamento sono senza dubbio, oltre quindi a questa pseudo levigatura delle pareti frontali appartenenti al blocco basso, la loro disposizione angolare che poggia oltretutto su un piano inclinato per via del pendio che forma la scarpata.
È infatti proprio la disposizione angolare ad attrarci perché crea nel punto di congiunzione centrale delle pareti una spiccata profondità.
Le lunghezze del Masso Rupestre sono semi interrate.
Ulteriore elemento caratterizzante è il blocco di tufo superiore che poggia come un grande involucro sul blocco sottostante calzandolo perfettamente ed avvolgendolo come ad indossare un cappello.
Incredibile la lunga andatura frastagliata della frattura che si sdoppia per moltiplicarsi in due andamenti spezzati identici.
Intendo dire con questo, che l'irregolarità sommitale del blocco posteriore si incastra perfettamente nella stessa irregolarità del basamento del blocco superiore.
Me ne vado concentrandomi sulla colorazione assunta da questo tufo dove sono ricreati oltre al complessivo giallo paglierino di base, nette striature frontali che virano dal bianco, al rosso, al nero.
La Roccia sembra distinguersi dall'ignimbrite, estremamente lapidea oltre che compatta, con cui sono stati ottenuti alcuni Monumenti Rupestri limitrofi ma sicuramente le variazioni del colore potrebbero esser scaturite da un processo di ossidazione dovuto alla formazione di ossidi di ferro che possono trasmettere un colore più bruno o appunto nero.
Tale processo chimico come le fratture sopra menzionate, potrebbero essere elementi indicativi seppure indiretti, di maggior antichità.
Gli elementi cromatici ci sono tutti perché le provocazioni della fantasia possano creare uno sciocco pretesto con cui trasportarmi così, simbolicamente in Egitto attraverso i colori della sua bandiera qua casualmente sintetizzati con la reale consapevolezza che codesto Suolo della Tuscia abbia tuttavia visto il passaggio di numerosissime fasi, fasi che partendo dal lontano IV S. A C. oggi raggiungono proprio noi.
SCORRI QUI SOTTO PER VEDERE LE IMMAGINI ED IL VIDEO: