COLOMBARIO CON ARCHETTO DI ACCESSO ESTERNO NELLA TUSCIA
Un Colombario Rupestre inaccessibile si apre su un Oppidum della Tuscia sfruttando un archetto di accesso esterno.
La documentazione visiva che ho il piacere di proporre oggi su "Il Ciglio di Scavo" riguarda un nuovo Colombario Rupestre della Tuscia più nascosta, un'ulteriore chicca perché la sua esplorazione contribuisce certamente ancora una volta, ad enfatizzare la difficoltà che spesso si cela nel raggiungimento oltre che nell'avvistamento, di luoghi simili.
Torniamo infatti con questa pubblicazione a presentare un Colombario inaccessibile, posto in alto sulla scoscesa ripa di un "Oppidum", ovvero un luogo fortificato.
Come abbiamo già visto in alcuni Colombari della Tuscia, anche questo ricalca la struttura architettonica di analoghi Siti presenti ad esempio a Barbarano, Castro, Ischia di Castro, Bagnoregio, per citarne solo alcuni.
Per disposizione architettonica mi riferisco nel caso specifico, all'assetto per cui una delle due pareti laterali sia interrotta al centro, dallo scavo di un arco di passaggio sia che esso si apra su di uno spazio interno sia esterno.
È questo l'unico punto di accesso realistico al Colombario, un ingresso a giorno potenzialmente a rischio in quanto esposto a cavallo tra il vuoto e l'attuale riempimento di terreno calpestabile ma franoso e ricoperto da scivoloso fogliame.
Entrata, le pareti presentano celle ben distanziate una dall'altra spesso coinvolte da segni di crollo con dimensioni che si attestano tendenzialmente sui trenta centimetri circa.
Il vano unico, geometrico nella sua dimensione quadrangolare, esplicita alla perfezione tale caratteristica per mezzo degli spiccati intagli orizzontali di cui sono costituiti i perimetri delle tre pareti dell'Ambiente.
Tornando alla funzione di porta laterale, sono stati creati in tempo recente dei gradini utilizzando mattoni in laterizio che oltre ad agevolare l'accesso conferiscono corpo alla destinazione d'uso stessa perché ripresi dall'interno rendono l'idea di entrare in un vero e proprio cunicolo breve. Anche da fuori si ha la stessa impressione ed oltretutto dall'esterno si può intravedere una sorta di nervatura ad arco mentre invece dall'interno, questa caratteristica non è percepibile.
L'intradosso del soffitto è piano con ogiva visibile in prospettiva.
Un elemento interessante osservando le pareti è la dislocazione delle celle lungo tutta la superficie alta, fino a terra. In alcune porzioni di parete poi, anche le celle non completate ma solamente abbozzate o crollate, raggiungono lo stesso la parete bassa.
Altra caratteristica qui evidente è l'utilizzo di una sorta di vernice bianca apposta sulle pareti. Se ne trovano evidenti porzioni residuali intervallate da altre rimaste naturali e questo elemento di discontinuità può far capire come erosione, umidità ed altri agenti di vario tipo possano aver influito su tale fenomeno.
Potremmo paragonare questa condizione ad una sorta di intonaco con cui è possibile che sia stato rivestito il Vano dettato da uno strato di eventuale pozzolana, su cui potrebbe esser stato apposto poi un leggero strato di vernice bianca.
Inutile approfondire i noti utilizzi della verniciatura, già ampiamente discussi nelle precedenti pubblicazioni inerenti all'attività della "Peristerotrophia", termine che deriva dal greco "Cura della Colomba".
Anche in questo caso infatti, tutti gli elementi lascerebbero intendere che si tratti di un'attività destinata all'allevamento.
Potremmo trovarci in particolare in epoca medievale o più precisamente altomedievale, momento in cui in questa parte dell'Etruria si assiste ad un nuovo popolamento che riutilizza anche a volte, probabilmente, siti più antichi relativi a ripari rupestri.
Ricordando, nonostante questo, che esiste anche la tesi di alcuni studiosi che rimandano comunque una minoranza dei Colombari che circondano i nostri territori, all'Epoca Romana con una funzione funeraria e ricordando ancora a questo proposito, che anche in contesto funerario esisteva comunque l'abitudine ad intonacare gli ambienti, infatti le pareti potevano essere anche ricoperte da intonaci mentre i profili delle nicchie potevano essere decorate con cornici di stucco.
A volte al di sotto delle nicchie si potevano riscontrare inoltre pannelli dipinti con colori vivaci in cui dipingere i nomi dei defunti aventi spesso un corredo funerario povero.
Osservando il nostro Colombario ad occhio nudo, potremmo anche crederlo scolpito in una roccia con presenza di pomice, una pietra vulcanica porosa, estremamente leggera e friabile composta principalmente da silicati come il feldspato, la silice e altri minerali che si forma quando la lava viene rapidamente raffreddata e depressurizzata, creando bolle di gas che rimangono intrappolate nella roccia solidificata.
Erosione, frane delle celle e brandelli di materiale bianco sono tutti punti salienti ovvero richiami di dettaglio che vengono analizzati con riprese ravvicinate nel Video.
Se allargassimo il discorso al territorio circostante potrebbero venire in mente due tipi di discernimento interessanti.
La particolare area dove sorge questo Colombario è interessata da un limitrofo retaggio derivante da un'insediamento di ordine monastico.
Oggi dell'antico complesso monastico rimane solo una parte delle mura, rielaborate più volte in tempi successivi anche se tuttavia rimane sempre incontrastato il fascino dei suoi conci.
Inoltre, appoggiata ad esso vi è una splendida pietra scolpita longitudinalmente che venne reperita insieme alla residua costruzione. Alta diversi centimetri, si restringe in basso terminando con una base dai lati squadrati. Potrebbe suggerire una rappresentazione simbolica con significato religioso? Purtroppo non è dato sapere con precisione che cosa rappresentasse, è probabilmente un frammento di roccia appartenente ad un complesso costruito più ampio, di cui rimane tuttavia grande fascino.
Ma torniamo alle due considerazioni interessanti accennate sopra.
Il contesto specifico in cui si inserisce il Colombario sembrerebbe risultare legato al vissuto di famiglie aristocratiche. Ebbene, forse una discriminante che ci allontana da una lettura funeraria del Colombario è anche questa in quanto sappiamo che le sepolture ad incinerazione in Grotte Colombarie venivano destinate per lo più a famiglie meno abbienti.
Altra discriminante contraria invece, ovvero che ci avvicina alla tesi aristocratica, potrebbe riguardare benissimo la Colombicoltura considerando che tale attività era privilegio delle classi più abbienti. È quindi probabile che il Sito in questione fosse in uso privato di famiglie facoltose dell'epoca.
Accanto vi sono alcune grotte oggi con gli interni franati che probabilmente vennero utilizzate per allevamento di bestiame.
Questo nuovo Colombario è da ritenersi aggiuntivo tassello facente parte di un progetto molto ampio quanto utopistico che consiste semplicemente nel creare attraverso queste stesse pubblicazioni, la possibilità di partecipare ad una vasta cartina geografica ideale del Rupestre che afferisce al Centro Italia inteso nel senso più generale possibile, ovvero variegato, eclettico, globale, togliendo la dimensione tecnica di decifrazione grafica di una cartina e respirando solamente un'impressione, un ragionamento, una sensazione, percepibili o meno, da queste descrizioni online. Spunti concettuali, prospettive.
Quale sarà la prossima tessera del puzzle?
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